Ok, gli chef stellati. Dieci più. Fiorellini, acidità, ole’.
Però quelli a spasso (e ce ne sono tanti) fanno fatica a trovare un ristorante che dia loro fiducia. I motivi sono molteplici: spesso propongono una cucina creativa che non trova il riscontro del pubblico e ancor meno del ristoratore o dell’imprenditore che deve mettere i soldi, poi le richieste economiche legate al proprio stipendio e a quello della brigata, le spese per i miglioramenti veri e presunti.
Insomma, vengono percepiti come troppa spesa poca resa.
Morale? Gli stellati a spasso o quelli con un lavoro ma scontenti, che vogliono lasciare il posto di lavoro per poter fare la propria cucina altrove, hanno una sola soluzione: andare in banca, chiedere un prestito e aprire un ristorante che porti il loro nome e cognome.
Suonerà strano, ma quasi nessun imprenditore ha voglia di rischiare con e per loro.
La cucina creativa ed estrema esisterà smepre, ma solo con i soldi di chi intende proporla. A proprio rischio